Giuseppe Vozza
Il Solco di Castel Morrone
pg 112 – formato 16 x 24
ISBN 88-88848-00-2
EAN 978-88888-48-00-6
€ 8,00
A Giuseppe Vozza tratta dell'antichissimo rito della tracciatura del solco. A Castel Morrone (provincia di Caserta) l'8 settembre è tutto un pullulare di squadre di contadini intenti nel tracciare solchi, dritti e lunghi, superando alberi, valloni, torrenti, case, strade, da offrire alla Madonna del Castello, che ha preso il posto della dea Cerere. La tracciatura del solco avviene alla fine dell'annata agraria per ringraziare la divinità del raccolto fino a quel momento ottenuto e per propiziarsene i favori per la prossima annata. La ricerca ha evidenziato come anche altri paesi hanno la tradizione del solco: come Castelfranco in Miscano ed in genere vari paesi del Fortore nel beneventano, Sturno nell'avellinese, Valentano in provincia di Viterbo, Rocca di Mezzo nell'aquilano, Guardiagrele in provincia di Chieti. Sono oltre venti i comuni presi in esame. Le date coincidono un po' tutte, solo nel beneventano si tracciano l'ultimo sabato di aprile. I solchi sono dedicati alla Madonna, solo a Sturno sono dedicati a San Michele. Ma le comparazioni non sono circoscritte all'Italia, Vozza rileva come il solco venga tracciato anche in altre regioni europee ed asiatiche. Del solco scrivono Jacopo Sannazzaro nell'"Arcadia" e Gabriele d'Annunzio ne "La figlia di Iorio". Ovviamente sono tanti i richiami alla letteratura latina, in considerazione dei legami che Vozza trova con il mondo etrusco e romano. La ricerca antropologica di Vozza, dunque, se da un lato riannoda i fili con la tradizione, dall'altro può servire da premessa per divulgare, tutelare e valorizzare un rito particolare. E ciò non è poco in un periodo di incessante globalizzazione.
Il disegno della copertina e quelli all'interno del libro sono del pittore morronese Giovanni Tariello.